Entriamo dentro una di queste macchine per esaminare il funzionamento meccanico dei suoi componenti
La scommessa relativa alla realizzazione tecnica di un juke-box era all'epoca della sua nascita davvero ambiziosa: si doveva infatti creare una macchina in grado di accettare monete, e consentire successivamente ai clienti di selezionare delle canzoni specifiche e poi riprodurle in modo pulito e ad un volume sufficiente a raggiungere aree di grandi dimensioni.
Insomma era un'impresa dal punto di vista ingegneristico davvero straordinaria, soprattutto se si pensa che in quegli anni non esistevano microchip, robot e in molti luoghi anche l'elettricità non era garantita.
Lo sviluppo di un meccanismo affidabile di raccolta delle monete è stato uno dei passi più difficili: questa macchina doveva funzionare quando un cliente inseriva una moneta valida nella fessura apposita, ma doveva allo stesso tempo rifiutare monete false o ingengnosi oggetti ad esse somiglianti.
Inoltre questi macchinari dovevano essere resistenti ad atti di vandalismo e ad ambienti non proprio pulitissimi.
Il secondo passaggio prevedeva il riconoscimento esatto della canzone scelta dal cliente una volta premuto il tasto corrispondente, e in caso di selezioni successive, riconoscerle nella giusta sequenza.
I dischi contenenti le canzoni vennero quindi impilati all'interno della macchina, sospesi in singoli anelli chiamati portanti.
Quando un cliente effettua la selezione, una barra di selezione risale la pila fino a raggiungere il disco corrispondente; che viene quindi rimosso dalla pila.
A questo punto il disco viene riposto su un giradischi, che in modo assolutamente canonico effettua la riproduzione.
A questo punto si doveva integrare questa macchina con un sistema che ricordasse quali canzoni suonare e quando suonarle. Una volta che la canzone è stata riprodotta quindi, la barra di selezione torna nella sua posizione originale e successivamente si sposta sul prossimo disco.
Alcuni anni dopo si svilupparono dei jukebox che possedevano alcuni meccanismi aggiuntivi che capovolgevano ogni disco, consentendo al giradischi di suonare su entrambi i lati, in questo modo veniva raddoppiato il numero di brani che la macchina poteva riprodurre.
I compact disc infine hanno sostituito i dischi negli anni 90, ma i meccanismi per cambiare i dischi in realtà sono rimasti del tutto simili a quelli usati nei decenni precedenti: ma questo nuovo formato offriva molte più canzoni e una riproduzione molto più pulita.
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